Si chiama “stallo messicano“. E’ quel particolare duello dove i contendenti si limitano a guardarsi e studiarsi senza mai fare la prima mossa. Il più celebre esempio è quello narrato nel film di Sergio Leone quando “il buono, il brutto e il cattivo” si sfidano nella scena finale, in un paesaggio western perfettamente ricostruito in Spagna (pensate che tutt’oggi è possibile visitare il sito, vicino a Burgos). Nessuno si muove finchè non comincia la sparatoria. In politica, e ne abbiamo già accennato qualche giorno fa nominando il buon Lillo Ciampolillo, stiamo assistendo ad una variante che potremmo definire “stallo all’italiana” (con la differenza, però, che questa fase di “attesa” senza né vinti né vincitori in realtà sta facendo perdere i cittadini, che ben poco c’entrano con le diatribe fra i litiganti). A distanza di una settimana, però, torniamo al confronto decisamente poco messicano, e anche poco italiano, andato in onda in mondovisione a San Siro quando Zlatan Ibrahimovic e Romelu Lukaku si sono affrontati a muso duro in un vero e proprio match tipo “Hulk contro La Cosa” o “King Kong versus Godzilla“. Certo, non hanno dato il buon esempio ai tanti ragazzi che, in mancanza di esempi genitoriali (Maradona docet), cercano idoli nei calciatori. Certo, le parole volate sono state di cattivissimo gusto fra woodoo, sparatorie e mamme “maltrattate”. Ma volete mettere, però, la franchezza, la trasparenza, la, per certi versi, “bellezza“, di vedere due giganti (uno in nerazzurro e l’altro in rossonero, per di più!) che se ne dicono quattro a muso duro, senza scuse e panegirici, semplicemente perché non si stanno del tutto “simpatici“? Lo ribadiamo, non volendo essere fraintesi: Ibra e Lukaku hanno sbagliato, per di più incidendo, loro malgrado, sul risultato della partita (anche se qui il discorso da fare sarebbe lungo e ci porterebbe troppo lontano). Ma, nello stesso tempo, Ibra e Lukaku hanno pure fatto vedere cosa vuol dire comportarsi, in modo sicuramente inelegante, da “uomini” che non vogliono scendere a compromessi, duellando alla pari, peraltro in una situazione di sicurezza, visto che non c’era il pubblico e quindi gli animi da surriscaldare pericolosamente sugli spalti. Facendo passare alla storia un mini-derby di Coppa Italia. Non rifatelo più, per favore. Ma, se dovesse ricapitare, fateci sapere prima dove, come e quando. Non vogliamo mancare.
La terza mutanda
Pesaro se lo meritava un weekend cosi, dove, mentre il burian gela le strade, la Vuelle scalda i cuori. Pesaro...