Ore 00.01 del 19 aprile 2021: viene comunicata ufficialmente al mondo la nascita della Superlega Europea di Calcio. I nostri nonni ricordano l’emozione, il sangue che si gelava nelle vene, a ben altri annunci, tipo quello del 10 giugno 1940 quando fu stabilita l’entrata in guerra dell’Italia. Ma nel piccolo cuore di noi sportivi pseudo borghesucci contemporanei, per di più “debilitati” da 14 mesi di Covid19, l’effetto del proclama rilanciato in tempo reale da tutti i media è stato comunque decisamente impattattante. Nasce la Superlega. 12 club continentali, la metà dei quali inglesi, dichiarano guerra a modo loro all’establishment del calcio internazionale decidendo di creare un “circolo” privato, fatto da soci fondatori il cui diritto di partecipazione è sancito dallo statuto e non dai risultati sportivi. Siccome però il progetto prevede 20 squadre, bisogna trovarne almeno altre 3, disposte ad entrare come “socie”, e 5 da invitare al banchetto di volta in volta (non si sa bene con quale criteri). Il tutto, con un finanziamento di 3 miliardi e mezzo di una banca americana che dovrebbe, da subito, appoggiare i fondatori con 2-300 milioni l’uno. Poi, il resto del business sarebbe garantito dal movimento di denaro smosso da diritti TV, sponsor, tifosi e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente, a scapito delle competizioni ufficiali attualmente in essere, Champions, Europa League e, domani, Conference. Partendo, se possibile, sin dal prossimo agosto. L’UEFA, e la FIFA, hanno risposto all’annuncio con minacce catastrofiste del genere: “Ah, ok, vuoi fare da solo? Benissimo, non ti vogliamo più in nessuna manifestazione da noi organizzata, dai Mondiali in giù, fino ad arrivare ai campionati nazionali“. Alcune società fra le più importanti d’Europa, poi, anziché aderire all’iniziativa, si sono schierate contro, dando quindi luogo ad un contenzioso irrisolvibile con 90′ di gioco ma, probabilmente, da affrontare nelle aule dei tribunali, non solo sportivi, visti gli interessi economici smossi. I governi, nel senso dei consessi politici chiamati, appunto, a governare i Paesi, hanno tutti, immediatamente, esplicitato il rispettivo dissenso, dimenticandosi per un po’ dei vaccini, e i tifosi (quasi all’unanimità) hanno addirittura proclamato di voler ritirare i propri vessilli, contrari in maniera assoluta alla Superlega. Se non stesse accadendo veramente quanto abbiamo succintamente appena descritto, avremmo potuto credere di essere al cinema e sbellicarci dalle risate all’immortale esclamazione del Ragionier Ugo Fantozzi: “E’ una cagata pazzesca!“. Ma il brutto è che non siamo al cinema (anche perché le sale sono ancora chiuse) e che l’assurdità della realtà, in questo caso come in altri, supera di gran lunga la fantasia.
Gianluca Di Marzio indaga sul delitto Bergamini
@isenzagiacca Non solo sport al Festival dello Sport di Trento. Con Gianluca di Marzio, il re del calciomercato di Sky...