37 anni, un lungo palmares alle spalle, fra cui diverse partite di League 1 e la finale di Super Coppa Europea 2019. Si chiama Stephanie Frappard ed è la prima donna designata ad arbitrare in Champions. Il suo esordio nella massima competizione europea per club avverrà all’Allianz Stadium di Torino, nel match fra Juventus e Dinamo Kiev. Ogni volta che la Frappard ha diretto gli uomini, lo ha fatto con un piglio e una personalità che la metà degli arbitri “tradizionali”, i maschi, se li sognano. Fermezza nelle decisioni, capacità di mettersi in discussione e quindi di correggere gli errori, dialogo, fisicità, ironia. Queste alcune fra le caratteristiche della giacchetta nera francese, che, in realtà, se ben guardate, appartengono geneticamente al gentil sesso. Trasferite su un campo di calcio, in mezzo a degli omaccioni viziati che corrono in mutande dietro ad un pallone (per rendere onore agli stereotipi fissati da chi del football non ne vuole proprio sentir parlare), ecco che diventano innegabili qualità per arrivare ad arbitrare ai massimi livelli. Tante volte ci siamo chiesti quali sono le leve che spingono un giovane ad intraprendere la carriera di arbitro. Immaginatevi di porvi questa domanda riferendosi al mondo femminile. Beh, crediamo che le risposte possano essere le stesse. Non ci sono differenze di genere nel momento in cui si decreta un rigore, si ragiona sul fuorigioco (altro tabù infranto: nessuno dica più che le donne non lo capiscono) o si deve espellere un giocatore falloso o maleducato. Il “piacione” Jurgen Klopp, che, a occhio, di donne se ne intende, è uno dei primi estimatori di Stephanie, e siamo convinti che allo Stadium, per una volta, la scena se la prenderà lei piuttosto che Cristiano Ronaldo il quale – scommettiamo ? – sarà sicuramente il primo, o giù di lì, a complimentarsi con la Frappard. Da un punto di vista mediatico anche lui ci sa fare, e non si farà certo sfuggire l’occasione. Basta che non gli annulli un gol, naturalmente.
