Diciamo la verità: noi Senzagiacca, appassionati di sport (e, nel caso del sottoscritto, soprattutto di calcio) ma calati anche nella realtà che ci circonda tutti i giorni, seguiamo naturalmente il Festival di Sanremo – quest’anno senza pubblico, come negli stadi – divertendoci più del solito per la costante presenza di Zlatan Ibrahimovic. In tanti hanno criticato la scelta della RAI di invitare lo svedese a partecipare alla kermesse a fronte di un sostanzioso cachet. Molti storcono la bocca davanti alle battute di Zlatan, tirando addirittura in ballo, e fuori luogo, il sessismo. Altri ancora ritengono totalmente inutile la presenza fissa di un calciatore sul palco dell’Ariston. Permettetecelo: noi andiamo controcorrente. Ibra è in realtà capace di riempire il Festival della sua presenza grazie all’innato carisma. Immaginatevi l’emozione del motociclista che lo ha portato in riviera sbrogliando una situazione resa difficile dal traffico bloccato. L’autoironico costante rimando al suo super-ego è in realtà esilarante e il tormentone con Amadeus, ridotto sua “spalla”, spezza il filo della conduzione tradizionale: pensate se avesse potuto farlo con Pippo Baudo o Mike Bongiorno. Il duetto con l’amico Sinisa Mihajlovic è stato ricco di momenti di sincera stima e amicizia fra i due, così come il ghigno del gigante, quando gli è stato ricordato che lui la Champions non l’ha mai vinta: davvero teatrale. Infine, vedere Ibra che si mette a giocare con il campione di Powerchair Donato Grande e, al termine dell’incontro, gli regala la sua maglietta ricevendo in dono, con autentica emozione, quella dell’azzurro, beh, ci ha toccato il cuore. Questo Festival sarà sicuramente ricordato per tante cose: il Covid, che lo ha reso fruibile dal vivo ai soli addetti ai lavori; gli artisti, fra i quali ci piace segnalare i Maneskin, in grado di fare prima rock puro con “Zitti e buoni” e poi, insieme a Manuel Agnelli, di commuoverci con “Amandoti“; le canzoni, tante, più o meno belle (ma è questione di gusti); gli ospiti, forzatamente appartenenti al panorama musicale italiano; i conduttori, Ama, Fiorello, Elodie, Achille Lauro e così via. Ma la “strana” performance di Zlatan Ibrahimovic, con il suo imponente metro e novantasette, il sorriso sardonico ma spesso anche a trentadue denti, le giacche colorate e la corsa notturna in moto, a nostro parere rimarranno nella storia di Sanremo. Lo spettacolo ha trovato un potenziale protagonista che, con i suoi 39 anni, ora sa di avere uno sfavillante futuro pure dopo il calcio giocato. Grande Ibra!